Giovedì 31 gennaio 2013 presso l'Auditorium San Fedele di via Hoepli si è tenuto un confronto tra i candidati alla presidenza della Regione Lombardia sul Welfare.
Oltre alla nostra Silvana Carcano hanno aderito all'incontro l'Avv. Ambrosoli, l'On. Albertini e l'On Salvini.
L'incontro è stato condotto da Cristiano Gori direttore di Lombardiasociale.it, ai candidati sono state sottoposte alcune domande, riguardanti i temi prioritari del welfare sociale.
INTERVENTI DI SILVANA CARCANO
I° INTERVENTO
II° INTERVENTO
III° INTERVENTO
IV° INTERVENTO
V° INTERVENTO
VI° INTERVENTO
VII° INTERVENTO
VIII° INTERVENTO
IX° INTERVENTO
X° INTERVENTO
XII° INTERVENTO
XIII° INTERVENTO
Di seguito le risposte del Movimento 5 Stelle alle domande proposte ai candidati
RISPOSTE ALLE DOMANDE
DI LOMBARDIASOCIALE PER L’INCONTRO DEL 31-01-2013
DOMANDA 1
QUALE FUTURO
VOLETE PER IL WELFARE SOCIALE IN LOMBARDIA?
Condividiamo
l’idea di welfare lombardo proposto da Lombardiasociale e cioè “il sistema dei
servizi sociali, sociosanitari e socio educativi – di titolarità di Comuni e
Asl – erogati al fine di alleviare, rimuovere o prevenire condizioni di disagio
e/o mancanza di autonomia”, ma vogliamo sottolineare come per noi questo sistema
deve necessariamente essere in stretto e significativo collegamento con gli
altri sistemi: come la scuola, la sanità, l’ambiente, il trasporto, il lavoro,
la casa,…
Per
noi il welfare è una stella importante del nostro programma, ma acquista senso
pieno solo se inserita in una “costellazione” di altri interventi da cui esso
dipende e con cui esso interagisce.
Infatti,
per noi il benessere di una comunità si misura anche con la legalità, con il
rispetto dei diritti civili e delle pari opportunità, con la sicurezza, con il
governo del territorio e le politiche ambientali, con la sanità e con la
scuola, con l’economia e con il lavoro.
Inoltre,
da un punto di vista di metodo, noi vogliamo riconoscere un ruolo di
protagonista ad ogni cittadino, singolo ed associato. Siamo convinti che solo
realizzando forti ed intense alleanze con il Terzo e Quarto Settore sia
possibile giungere, come Pubblica Amministrazione Regionale, a soddisfare non
solo i bisogni dei nostri cittadini, ma anche i loro desideri di cambiamento, i
loro sogni di emancipazione e di benessere: siamo convinti che nessun cittadino
voglia essere assistito, e quindi dobbiamo aiutare ognuno ad essere
protagonista attivo della propria vita, del proprio lavoro e del proprio
benessere.
Vogliamo
aiutare tutti i cittadini, partendo da quelli più in difficoltà, a tornare a
sognare.
Per
far ciò, siccome non siamo solo grandi sognatori, ma anche molto concreti ed
operativi, nelle risposte alle domande successive vi dirò come il Movimento 5
Stelle pensa concretamente di realizzare il Welfare futuro lombardo.
DOMANDA 2.1
QUALE TIPO DI
IMPEGNO SI SENTONO DI ASSUMERE I CANDIDATI PER IL PROSSIMO QUINQUENNIO RISPETTO
AL BUDGET PER IL WELFARE SOCIALE (I FONDI GESTITI DALLA DG FAMIGLIA)?
Sappiamo
bene che cinque sono stati i principali canali di finanziamento dei servizi
sociali:
1
le risorse
proprie dei Comuni
2
il Fondo Sociale
Regionale (FSR)
3
il Fondo
Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS)
4
il Fondo per la
Non Autosufficienza (FNA)
5
ulteriori risorse
dedicate a livello nazionale o regionale (Fondo Sociale Affitti, Fondo per la
prima infanzia, Risorse dell’intesa Stato Regioni, Fondo per le politiche
giovanili…)
Tutti
questi fondi hanno avuto negli ultimi anni tagli importantissimi: basta
ricordare che i fondi statali hanno avuto riduzioni di oltre il 96%.
Sappiamo
che con la legge di stabilità dello scorso dicembre sono stati finanziati per
il 2013 il FNPS per € 300 milioni ed il FNA per € 275 milioni e noi ci
auspichiamo che non sia un intervento elettorale, ma che tornino ai territori
associati e che non siano eccessivamente vincolati da Regione Lombardia, in
quanto riteniamo debba essere riconosciuta l’autonomia di analisi del bisogno e
di spesa ai singoli territori associati negli Ambiti dei Piani di Zona.
Fanno
eccezione i finanziamenti degli interventi socio-sanitari che hanno avuto
piccoli, ma costanti incrementi.
Anche
la spesa sanitaria, sempre in costante ed importante aumento, dal 2013 subirà
un’importante inversione di tendenza.
In
questo contesto, sicuramente difficile, ci sentiamo ugualmente convinti di
poterci impegnare a garantire una discreta crescita del finanziamento delle
politiche di welfare, finalizzata a sviluppare la qualità e la quantità dei
servizi.
DOMANDA 2.2
SU COSA SI BASERÀ
L’IMPEGNO DEI CANDIDATI PER LA CRESCITA/MANTENIMENTO DELLE RISORSE PER IL
WELFARE SOCIALE?
Per
rendere tale impegno non solo una vana promessa elettorale, siamo convinti che
Regione Lombardia debba:
1
ridurre i posti
letto per gli acuti (ad
esempio, è possibile ridurre le 21 cardiochirurgie presenti sul nostro
territorio regionale, senza perdere l’eccellenza e l’avanguardia della
cardiochirurgia lombarda) che hanno un costo di circa € 1.000 al giorno,
mantenendo e concentrando le molte eccellenze sanitarie presenti
2
aumentare
i posti letto per post-acuti (che hanno un costo di circa € 180-200): è
necessario e non più rimandabile riconvertire i piccoli ospedali in centri
della salute e prevenzione secondaria(Sostituendo i Creg che così come
progettati non rispondono alle reali esigenze dei malati cronici) sotto
controllo U.S.L. (Ci rifiutiamo di chiamarle ASL per l’Ossimoro) nei quali le
figure che si occupano di prevenzione come (Laureati in Scienze motorie, educatori
alimentari, Fisioterapista, Terapie complementari, terapista occupazionale
Etc.Etc.) che sono insostenibili non solo da un punto di vista economico, ma
anche dal punti di vista della qualità.
3
vanno non solo
specificati e perfezionati i protocolli sanitari, ma anche e soprattutto i
controlli sulla loro esecuzione: se un intervento non viene eseguito
adeguatamente e deve essere poi rifatto (magari in un altro ospedale) Regione
Lombardia paga due volte l’intervento
4
farsi carico
delle spese socio-sanitarie impropriamente caricate sui Comuni (come RSA e CDD)
5
stimolare e
realizzare a livello sovra-comunale sia la lettura del bisogno sociale che la
gestione dei servizi e delle funzioni
Non
possiamo dimenticare che una rivisitazione degli investimenti immobiliari di
Regione Lombardia potrebbero portare una importante liquidità anche nella spesa
corrente: Regione Lombardia ha numerosi immobili
sotto-utilizzati che potrebbero essere razionalizzati, anche attraverso
contratti di ristrutturazioni energetiche da affidare alle società ESCO.
Tutti
questi punti, permettono di LIBERARE RISORSE TERRITORIALI PER GESTIONI
ASSOCIATE E PER SERVIZI INNOVATIVI.
Vanno
inoltre “revisionati” i servizi più consolidati, anche alla luce di quanto di
più innovativo si è prodotto negli ultimi anni. Alcuni esempi:
1 Le Assistenti familiari
(concretamente: una famiglia decide di mantenere il congiunto a domicilio
grazie, non solo all’ ADI assistenza domiciliare integrata USL, di cui
valuteremo la convenienza della esternalizzazione, rispetto alla gestione con
risorse interne, ma se riesce a permettersi un’assistente familiare solitamente
straniero) offrono servizi che integrati alla classica di assistenza
domiciliare rappresenta un servizio capace di risolvere in modo risolutivo il
problema
2
La promozione
dell’accreditamento e dei necessari ed indispensabili controlli successivi sui nidi familiari rispetto alla gestione diretta dei servizi prima
infanzia (come gli asili nido) permettono di ridurre non solo i costi degli
enti pubblici, ma anche di allargare l’offerta dei posti nido alle famiglie
lombarde
3
La promozione di
politiche di community-care nella gestione dei servizi a favore delle nuove
povertà, come il censimento
di appartamenti sfitti e un piano casa che ne preveda la piena occupazione a
prezzi calmierati, per le fasce più deboli, l’integrazione
lavorativa ed interventi quali il last
minute market
Infine,
volendo dare un respiro nazionale alle politiche sociali, crediamo necessario
riequilibrare la spesa a favore dei servizi, riducendo quella per
pensioni-indennità economiche, introducendo puntuali meccanismi di equità e di
solidarietà che obblighino chi può a compartecipare alle spese e a rinunciare a
benefici economici.
E’
necessario ed indispensabile anche riequilibrare la spesa a favore delle nuove
povertà (come il reddito di cittadinanza e gli
affitti calmierati), dei giovani e delle famiglie che devono poter
tornare a spendere non solo per servizi e beni primari.
DOMANDA 3
TRA GLI
INTERVENTI PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, QUALE SARÀ L’INTERVENTO
PRIORITARIO CHE PROMUOVERETE?
Gli
interventi prioritari che promuoveremo nell’area della non autosufficienza
sono:
1
La valutazione integrata del bisogno degli anziani. I
Centri di Assistenza Domiciliare (centri di valutazione e di presa in carico
multidimensionale dell’area anziani, di cui come
già detto valuteremo la convenienza della re-internalizzazione) devono
diventare ordinari ed allargare la propria competenza anche ad altre aree (come
quella dei disabili, dei minori e degli adulti): la valutazione e la presa in
carico delle persone deve avvenire in modo unitario e complessivo. Si deve
superare la frammentazione e la suddivisione delle competenze, delle funzioni e
dei ruoli tra USL e Comuni
2
La realizzare di
strutture intermedie tra ospedale e domicilio, capaci di dare risposte più
allineate ai bisogni ed in grado di contenere i costi. Come già detto, devono
essere aumentati i posti letto per post-acuti (che hanno un costo di circa €
180-200, rispetto ai 1.000 euro dei posti ospedalieri): è necessario e non più
rimandabile riconvertire i piccoli ospedali (che sono insostenibili non solo da
un punto di vista economico, ma anche dal punti di vista della qualità)
3
E’ necessario valorizzare e sostenere il lavoro
domiciliare di cura anche con una quota del fondo sanitario, che non può essere
riservata solo alla residenzialità: va premiato (proprio con una quota
sanitaria) e promosso l’intervento di cura informale e delle assistenti
familiari
DOMANDA 4.1
QUALE RUOLO SI
IMMAGINA PER IL TERZO SETTORE NELLA PROGRAMMAZIONE DEL WELFARE SOCIALE NEI
PROSSIMI ANNI?
Riprendendo
e condividendo l’idea di welfare lombardo proposto da Lombardiasociale e cioè
“il sistema dei servizi sociali, sociosanitari e socio educativi – di
titolarità di Comuni e Asl – erogati al fine di alleviare, rimuovere o
prevenire condizioni di disagio e/o mancanza di autonomia”, vogliamo
sottolineare come per noi questo sistema deve necessariamente arricchirsi ed
essere in profonda relazione ed alleanza con tutto il Terzo Settore (e quindi
le associazioni di volontariato, le cooperative sociali e le fondazioni) ed il
Quarto Settore (le famiglie, ed in particolare, ma non solo, quelle organizzate
in associazioni specifiche).
Di
conseguenza, le politiche sociali non possono esulare dal considerare in modo
forte e significativo il ruolo del Terzo e del Quarto Settore come risorsa, non
solo nella fase di gestione di servizi (spesso appaltati dall’ente pubblico
solo per ridurre i costi interni attraverso procedure che premiano il massimo
ribasso, con conseguente riduzione della qualità
del servizio, ed il non rispetto dei
contratti Collettivi Nazionali Sanitari del lavoratore e soprattutto
delle lavoratrici), ma anche nelle fasi di valutazione del bisogno, di
progettazione e di realizzazione degli interventi.
DOMANDA 4.2. IN QUESTO MOMENTO LA COOPERAZIONE
SOCIALE E’ IN DIFFICOLTA’, PER DIVERSI MOTIVI: CRESCIUTA PRESSIONE FINANZIARIA,
INCREMENTO DELLA DOMANDA, MINORE POSSIBILITA’ DI SPESA DELLE FAMIGLIE ECC. VEDE
NEL PROSSIMO FUTURO POSSIBILI INTERVENTI A SOSTEGNO DI QUESTO SOGGETTO?
Condividiamo
la necessità di mantenere i seguenti strumenti di sostegno del Terzo Settore:
1
politiche di finanziamento dei servizi che vengono
esternalizzati, solo dopo attenta valutazione
della convenienza che non deve essere fatta esclusivamente su base economica.
2
strumenti di sostegno alla cooperazione come impresa
(contributi alla capitalizzazione, i finanziamenti agevolati a progetti di
sviluppo, e l’esenzione IRAP)
3
assegnazione agevolata di commesse di lavoro pubbliche
A
questi aggiungiamo la promozione di un grande patto regionale con il Terzo e
Quarto Settore, che deve contenere dal nostro punto di vista almeno i seguenti
punti-impegni reciproci:
1
le procedure di affidamento al Terzo Settore devono
escludere gare al massimo ribasso, ma al contrario che devono tutelare la
qualità dei servizi affidati e i diritti dei lavoratori nel rispetto dei
Contratti Nazionali di Lavoro. E’ indispensabile prevedere significative forme
di controllo (come rapporti obbligatori con la Corte dei Conti e con le
Organizzazioni Sindacali di categoria)
2
l’impegno ad attenersi ai rispettivi termini di
pagamento concordati (intesi Pubblica Amministrazione verso Terzo Settore e
Terzo Settore verso propri dipendenti)
3
il mantenimento dei livelli di assistenza fino ad ora
assicurati, con risorse economiche sufficienti;
4
l’investimento nella sperimentazione / innovazione
nell’ambito dei servizi alla persona, senza le quali il welfare non si rinnova;
5
l’impegno comune nell’individuazione di risorse
aggiuntive, finalizzate a innovazioni, sperimentazioni e ricerca nel sistema di
protezione sociale e di elaborazione di adeguate politiche sociali;
6
la disponibilità a sviluppare relazioni e azioni di
rete all’interno della comunità locale per la crescita di una cultura solidale
e per il miglioramento della qualità della vita e dei percorsi di accesso al
welfare;
DOMANDA 4.4
I CANDIDATI INTENDONO ANDARE IN CONTINUITÀ CON
QUESTO MODELLO DI DIFFERENZIAZIONE NETTA O INTENDONO INTRODURRE PROSPETTIVE
DIFFERENTI NEL RAPPORTO ASL-COMUNI? E IN QUESTO SECONDO CASO, QUALI?
Crediamo
molto importante considerare la persona come un unico soggetto non suddiviso e
frammentato e ci piacerebbe che anche la Pubblica Amministrazione riuscisse a
formulare dapprima valutazioni del bisogno, e successivamente risposte e prese
in carico, profondamente integrate, coerenti ed unitarie.
Regione
Lombardia, come già detto, è sicuramente riuscita a raggiungere in ambito
sanitario delle eccellenze nazionali. Ma va anche ricordato che è necessario
perseguire e combattere il sistema di lobby presente e la corruzione che ha
interessato dal di dentro proprio il sistema sanitario lombardo: vanno
aumentati i controlli interni ed esterni relativi all’operato (come
l’applicazione dei protocolli sanitari, le procedure di acquisto e di
accreditamento) di ASL e Regione. E’, tra l’altro, fondamentale potenziare il
centro unitario di acquisto regionale.
Tuttavia,
la profonda separazione tra il sistema sanitario e quello sociale e l’assenza
di dispositivi per il raccordo e l’integrazione tra questi due sistemi (come il
budget unico e la promozione di forme di gestione integrate, la formalizzazione
di raccordi istituzionali, organizzativi e finanziari tra ASL e Comuni) sono
dal nostro punto di vista da superare.
Le poche
esperienze di integrazione avviate sono effettivamente per lo più organizzative
e derivate da iniziative sperimentali su base locale oppure sperimentate da
Regione per brevi periodi e senza poi darne continuità e sistematizzazione a
livello regionale.
Ricordiamo
ancora che sperimentazioni eccellenti come i Centri di Assistenza Domiciliare
devono diventino ordinari ed allargare il proprio intervento anche ad altre
aree.
DOMANDA 5
TRA GLI INTERVENTI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ,
QUALE SARÀ L’INTERVENTO PRIORITARIO CHE PROMUOVERETE?
Gli
interventi prioritari che promuoveremo nell’area della disabilità (che dal
nostro punto di vista è contenuta pur con delle specificità nell’area della non
autosufficienza) sono:
1
La valutazione integrata e la definizione di progetti
di vita personalizzati
2
La garanzia della
necessaria copertura del sostegno scolastico a tutti gli alunni disabili
3
La garanzia della piena applicazione dei Livelli
Essenziali di Assistenza Nazionali: ad esempio, non è più accettabile che mentre
a livello nazionale è previsto che i Centri Diurni Disabili siano finanziati al
massimo per il 30% dal Fondo Sociale e per il 70% dal Fondo Sanitario in
Lombardia spesso avvenga l’esatto contrario, togliendo importanti risorse al
sociale. Il primo modo per finanziare il welfare è utilizzare in modo
appropriato le risorse.
4
In attesa dell’auspicata soppressione delle Province è
necessario che Regione Lombardia definisca chiaramente di chi sono le
competenze in materia di diritto allo studio nelle scuole superiori, non
lasciando la sua definizione alle stanze dei tribunali amministrativi: oggi ci
sono Provincie che erogano servizi ed altre no e, quindi, cittadini di serie A
ed altri che restano fuori dal gioco!
DOMANDA 6.1
QUALE STRADA VERRÀ INTRAPRESA: VOLETE LAVORARE
PER RAFFORZARE IL PRESIDIO DEL PERCORSO NEI SERVIZI O PENSATE SIA UNA STRADA DA
NON PERCORRERE? SE SI’ QUALI PASSI ATTUATIVI INTENDETE COMPIERE?
Come
già ribadito a proposito di anziani e disabili, nonché di integrazione tra ASL
e Comuni, crediamo fondamentale insistere nella direzione di definire dei Punti
di Accesso Unitari, capaci non solo di accogliere, orientare e valutare il
bisogno della persona, ma anche e soprattutto di attivare la presa in carico
integrata e quindi l’erogazione di interventi.
Un esempio concreto è il rafforzamento e
l’informatizzazione dei PUA e dei CeAD: è indispensabile arrivare a definire
una cartella del cittadino completamente informatica, in grado di raccogliere
tutte le informazioni relative al cittadino (da quelle sociali, a quelle
sanitarie, senza escludere quelle di carattere economico, come l’ISEE e tutte
le proprietà immobiliari e mobiliari,…).
La cartella del cittadino informatizzata
è uno strumento non più rimandabile indispensabile per il cittadino (che non
deve più andare in giro con plichi di carta) e per la PA non solo per eseguire
gli opportuni controlli, ma anche per attivare interventi in modo adeguato e
trasparente.
La
cartella del cittadino semplificherebbe la valutazione e la presa in carico
delle persone, che deve avvenire in modo unitario e complessivo, senza separare
il bisogno della persona.
DOMANDA 6.2
VOI INTENDETE ABBANDORNARE L’UTILIZZO DEI VOUCHER
OPPURE VOLETE DIFFONDERLO? QUALORA INTENDIATE DIFFONDERLO POTETE FARE ESEMPI
CONCRETI
Il
voucher presenta notevoli punti critici, tra cui un mercato non ancora pronto
(specie in alcuni settori come i Centri Socio Educativi ed i Servizi per la
Formazione all’Autonomia per disabili) e le famiglie non sempre capaci di
scegliere autonomamente e liberamente il servizio da attivare.
Tuttavia,
crediamo vada sostenuto, in quanto con adeguati accorgimenti permette di
controllare non solo la spesa e la libera scelta della persona, ma anche di
monitorare l’evoluzione dei progetti sociali attivati.
Infatti,
dal nostro punto di vista, il voucher può essere ben utilizzato in settori come
quello della prima infanzia e quello dell’orientamento e dell’integrazione
lavorativa, dove permette di controllare non solo la spesa, ma anche
l’evoluzione progettuale del singolo percorso.
Anche
per la gestione dell’assistenza domiciliare rappresenta uno strumento valido
per permettere interventi in orari differenti della giornata e della settimana.
Vanno,
tuttavia e necessariamente mantenuti e rafforzati i controlli, che
rappresentano una competenza propria dell’ente pubblico e non delegabile ad
altri soggetti.
DOMANDA 7
TRA GLI INTERVENTI PER I MINORI E LE FAMIGLIE,
QUALE È SECONDO VOI PRIORITARIO E SOSTENIBILE?
Gli
interventi prioritari che promuoveremo nell’area minori sono:
●
L’integrazione (Comuni, ASL ed Ospedali) della
valutazione e della presa in carico delle famiglie multiproblematiche con
minori
●
Un ampliamento del sistema di offerta adeguato
afferibile sia all’ambito sociale sia all’ambito socio sanitario
●
L’applicazione di correttivi equi all’ISEE in
considerazione della situazione familiare, anche sulle risultanze della
sperimentazione del quoziente familiare
●
La garanzia dell’accesso ai servizi prima infanzia con
contributi diretti alle famiglie con minori
●
La promozione di politiche di conciliazione e di
telelavoro e di welfare aziendale
DOMANDA 8.1
I VOSTRI PROGRAMMI PREVEDONO INTERVENTI PER REGOLARE
I LIVELLI DELLE RETTE NEI SERVIZI DEL WELFARE SOCIALE LOMBARDO? SE INTENDENTE
INTERVENIRE IN MERITO, AVETE PENSATO A QUALCHE AZIONE RIVOLTA A TUTELARE GLI
UTENTI CON MINORI DISPONIBILITA’ ECONOMICHE?
E’
per noi molto importante promuovere regole omogenee a livello regionale di
accesso ai servizi e livelli regionali essenziali di assistenza, insieme alla
definizione di compartecipazioni omogenee a livello regionale, salvaguardando
l’autonomia degli enti locali in materia.
Vogliamo,
infatti, garantire maggiore omogeneità rispetto all’attuale sia nell’accesso
che nell’offerta dei Servizi, dando particolare attenzione alle aree delle
nuove povertà, del lavoro, della disoccupazione giovanile e dell’abitare.
Dal
nostro punto di vista, la prima cosa da fare (come già sostenuto) è garantire
la piena applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza Nazionali: se, ad
esempio, i Centri Diurni Disabili avranno costi che ricadranno solo al 30% sul
Fondo Sociale, sarà più semplice individuare forme di compartecipazione a
carico delle famiglie e livelli omogenei di rette.
Come
già detto, vanno introdotti puntuali meccanismi di equità e di solidarietà che
obblighino chi può a compartecipare alle spese e a rinunciare a benefici
economici.
Partendo
dalle risultanze della sperimentazione del quoziente familiare è indispensabile
apportare dei correttivi equi all’ISEE, proprio in considerazione della
situazione familiare.
Ricordiamo,
infine, che è per noi importante garantire un reddito minimo di cittadinanza,
che dovrà essere perseguito anche con risorse regionali (destinando ad esempio
la quota di IRPEF regionale).
DOMANDA 8.2
NEI SERVIZI PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E
PERSONE CON DISABILITA’, NELLA RIPARTIZIONE DEGLI ONERI DELL’ASSISTENZA TRA
ENTI PUBBLICI E UTENTI, IL FATTO CHE CI SIA UNA FAMIGLIA CHE PUÒ CONTRIBUIRE
ALLE SPESE PUÒ RILEVARE IN DIVERSO MODO. SIETE INTENZIONATI A REGOLARE IL
COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA DELL’UTENTE NELLA COMPARTECIPAZIONE ALLA SPESA
DEI SERVIZI? SE SI IN CHE MODO?
Come
già detto, vanno introdotti puntuali meccanismi di equità e di solidarietà che
obblighino chi può a compartecipare alle spese e a rinunciare a benefici
economici, anche in quei settori come la non autosufficienza e la disabilità,
in cui si è meno abituati a compartecipare.
E’
corretto che il congiunto di una famiglia benestante percepisca indennità
economiche e/o pensionistiche calmierate rispetto alla propria condizione e che
vadano riconosciuti benefici più ampi a chi è maggiormente in difficoltà.
Infine,
partendo dalle risultanze della sperimentazione del quoziente familiare
ripetiamo che ci appare indispensabile apportare dei correttivi equi all’ISEE,
proprio in considerazione della situazione familiare.
DOMANDA 9
TRA GLI INTERVENTI PER IL CONTRASTO DELLA POVERTÀ
E DEL DISAGIO, QUALE SARÀ L’INTERVENTO PRIORITARIO CHE PROMUOVERETE?
Gli
interventi prioritari che promuoveremo nell’area della povertà sono:
●
Il Reddito di
cittadinanza
●
La promozione di
Last-minute market, con forti coordinamenti con l’associazionismo e le società
di distribuzione
Un punto specifico è rappresentato
dall’argomento “Casa”, per il quale riteniamo che:
●
Vanno pensati
accordi a livello regionale tra proprietari, sindacati, banche per facilitare
la locazione a prezzi accettabili per l'inquilino e certi per il proprietario
●
Vanno
promosse esperienze del cosidetto abitare solidale quali la co-residenzialità
parziale, i condomini solidali, reti di solidarietà interfamiliare e di
vivinato elettivo.
●
Non è
assolutamente necessario procedere con la costruzione di nuovi appartamenti di
edilizia popolare, vista l'enorme quantità di invenduto e gli elevatissimi
costi gestionali
●
Resta un'area
particolarmente a rischio di infiltrazioni della malavita.
Infine, un ulteriore punto
particolarmente importante è quello del “Lavoro”, per il quale riteniamo che:
● Vada stimolato lo sviluppo economico, a partire
da un forte sostegno alle Piccole e Medie Imprese. Nello specifico:
● deve essere facilitato l’accesso al credito ed ai
fondi di garanzia
● va istituito un Fondo di Garanzia Regionale per
le PMI
● vanno realizzati servizi di supporto a chi crea
PMI
● Vadano accreditati i servizi per l’orientamento ,
l’accompagnamento e l’integrazione lavorativa
DOMANDA 10.2 (probabilmente non viene fatta)
QUALE IMPEGNO I CANDIDATI INTENDONO ASSUMERE IN
RIFERIMENTO ALL’ACCESSIBILITÀ DEI DATI, AL MONITORAGGIO E ALLA VALUTAZIONE DEL
MODELLO DI WELFARE? QUALI AZIONI CONCRETE PENSATE DI POTER GARANTIRE?
Siamo per la totale trasparenza
della gestione dei dati, per l’accesso garantito a tutti cittadini, compresa la
pubblicazione in rete, fatto salvo il rispetto della legge sulla privacy.
Proponiamo protocolli di
sperimentazione, monitoraggio e valutazione condivisi con i cittadini.
Concretamente garantiamo la minuziosa condivisione critica, con tutti i
cittadini, utenti e operatori, della programmazione e del controllo dei modelli
in attuazione e in divenire.
DOMANDA 11 (da completare)
OGNUNO DI VOI HA PRESENTATO LE PROPRIE IDEE E
ASCOLTATO QUELLE DEGLI ALTRI. VOLETE PER FAVORE, SOTTOLINEARE QUALI SONO LE
PECULIARITÀ DELLA VOSTRA PROPOSTA COMPLESSIVA PER IL WELFARE SOCIALE LOMBARDO E
IN COSA SI DIFFERENZIA MAGGIORMENTE DAGLI ALTRI CANDIDATI?
Siamo per il ritorno ad una
visione del Welfare Sociale inteso come rete di accesso ai servizi di qualità
nel rispetto dell’utenza e delle condizioni contrattuali degli operatori,
libero da interessi economici privatistici.
La differenza per
noi è il metodo: non abbiamo una segreteria di partito che ci detta le regole
ed il programma, ma abbiamo cittadini attivi, che rappresentando
contemporaneamente la visione dell’utenza e quella degli operatori in ambito
socio-sanitario, si incontrano, si confrontano e fanno proposte, che vengono
condivise, valutate e votate.
Il nostro è un
programma in divenire, in continua evoluzione, poiché sono sempre di più le
persone che prendono parte attiva alle discussioni ed ai confronti e che
arrivano a fare proposte.
Nessun commento:
Posta un commento